Anno Giudiziario Forense – Inaugurazione

ImmagineRoma. “L’Avvocatura ha il compito di riportare al centro del dibattito del Paese la questione dei diritti delle persone. E’ un compito costituzionale al quale né il CNF, né gli Ordini, né gli Avvocati vogliono sottrarsi”.
Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense ha aperto oggi il Nuovo AnnoGiudiziario del CNF, con una cerimonia che si è svolta a Roma nel Complesso Monumentale del Santo Spirito in Saxia, nella quale sono intervenuti il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio e il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini.
Questi interventi istituzionali, previsti per la prima volta in occasione della inaugurazione dell’Anno Giudiziario Forense, hanno suggellato la condivisa prospettiva di una collaborazione tra le istituzioni di vertice della giurisdizione per garantire una sempre più efficiente risposta di giustizia al Paese.
In sala molte Autorità e i Presidenti dei Consigli degli Ordini forensi, dei Consigli Distrettuali di disciplina, della Cassa forense e delle Associazioni forensi, ai quali il presidente ha rivolto il saluto, in particolare ai Presidenti dei CDD, impegnati nella organizzazione del nuovo sistema disciplinare forense.
Il Presidente Mascherin ha sollecitato la riflessione su tre grandi questioni che impegnano il CNF nelle sue funzioni istituzionali: “Sostenere e riaffermare con azioni positive il diritto dei cittadini di avere diritti; lavorare al rafforzamento del sistema delle regole deontologiche dell’Avvocatura curando che il loro valore diventi patrimonio del Paese, in tutte le articolazioni e nella società; lavorare a ricercare un equilibrio tra economia e solidarietà: tutti sappiamo che il benessere economico costituisce anche garanzia di libertà; ma sappiamo anche che non ogni cosa può essere sacrificata all’egemonia di mercato”.
Da queste premesse, il Presidente del CNF ha tratto altrettanti corollari toccando molte delle questioni più sensibili al momento. “La politica dei tagli lineari applicata ai servizi essenziali fa correre gravi rischi. Finalmente qualche riflessione in questo ambito si sta insinuando. Eliminare i presidi sanitari, giudiziari, scolastici con un semplice tratto di penna consegna il Paese ad un futuro che difficilmente sarà di sviluppo. Altra cosa è la lotta agli sprechi. Richiamo per questo l’attenzione sul tema della Geografia Giudiziaria, la cui prima riforma fu portata avanti da un Governo tecnico i rappresentanti del quale erano lontani dalla quotidianità della vita giudiziaria. Il CNF oggi vuole richiamare l’attenzione sul fatto che non sarebbe una buona scelta, perché pericolosa per il Paese, procedere a ulteriori tagli senza farli precedere da valutazioni attente sull’impatto”.

Immagine1Sul tema del mercato Mascherin è stato molto chiaro nell’affermare che è in corso “un grave attacco” all’autonomia e alla indipendenza della professione, che sono prerogative funzionali all’esercizio del compito costituzionale della difesa delle persone. “L’apertura al capitale puro delle società di Avvocati nel disegno di legge sulla concorrenza e le continue prese di posizione dell’Antitrust, che multa il CNF per il proprio codice deontologico, richiedono un chiarimento. Quali limiti ordinamentali ha l’Autorità per la concorrenza ed il mercato? Fino a dove può spingersi facendosi portavoce delle posizioni della Commissione europea, senza fare sintesi con tutte le interpretazioni che del mercato comunitario danno il Parlamento europeo, la Corte di Giustizia; e nel più ampio panorama europeo le istituzioni del Consiglio d’Europa? Le sentenze disciplinari del CNF sono valutate e giudicate dalla sezioni unite della Corte di Cassazione. Chiediamo di capire qual è la ragione dei continui attacchi al sistema degli Ordini, ingiustificati a nostro avviso atteso il grande impegno che i Coa investono – anche sotto il profilo materiale – per il miglior funzionamento della giurisdizione. Ci chiediamo perché gli Ordini siano talora considerati associazioni tra imprese, e le loro regole deontologiche cartelli lesivi della concorrenza; mentre altre volte siano ritenuti soggetti sottoposti agli obblighi tipici degli enti pubblici non economici”. “Il treno in corsa del mercato a tutti i costi non ferma più nelle stazioni dei diritti ed il rischio è che sfugga di mano allo stesso guidatore”, ha avvisato Mascherin. “Non chiediamo di frenarne il viaggio ma di riflettere su un costruttivo equilibrio con la solidarietà ed il rispetto dei diritti”.
Mascherin ha dato atto del nuovo percorso di dialogo avviato con il Ministro della Giustizia, “nella leale e sincera collaborazione istituzionale nella quale il CNF rappresenta sempre il proprio punto di vista”; e a proposito della ragionevole durata dei processi, ha ricordato quanto sostenuto dalla Corte Costituzionale: “La ragionevole durata non riguarda semplicemente il processo ma il giusto processo. Dal canto suo, l’Avvocatura è impegnata nel percorso di qualificazione, competenza, specializzazione, deontologia e non vuole prestarsi alla spettacolarizzazione dei processi. Ci stiamo impegnando nel percorso di qualità e di meritocrazia disegnato dalla nuova legge professionale forense”. Il presidente ha sottolineato l’importanza del “salto culturale” che il sistema giudiziario sta compiendo, con il riconoscimento agli Avvocati del compito di provvedere alla soluzione alternativa delle controversie con conciliazione, arbitrato, negoziazione assistita. “Non faremo mancare il nostro impegno”, ha detto.
“Abbiamo una grande lavoro da fare, ma l’Avvocatura vuole porre al paese la questione della solidarietà e dei diritti, un nuovo umanesimo e deve provarci con la sua storia, la sua cultura, il suo sapere”, ha concluso.

Nessuna scusa – risposta all’articolo di Massimo Gramellini

Quando l’imputato diventa colpevole senza un processo, quando il ruolo di difensore viene definito infame, quando l’esercizio del diritto di difesa è considerato un’arrampicata sui muri: così muore la coscienza civile e germoglia il germe che infetta ogni stato di diritto, il qualunquismo.

Con questi termini offensivi il giornalista Massimo Gramellini, sulle pagine de La Stampa, ha descritto una delicata vicenda processuale. Testualmente: “L’avvocato difensore dei colpevoli è mestiere infame che costringe a qualsiasi genere di arrampicata sui muri ospitali della legislazione italiana, ma stavolta l’impresa risulta particolarmente improba”.

Inutile ricordare al giornalista che la nostra Costituzione repubblicana si fonda sullo stato di diritto, e soprattutto sul diritto alla difesa. Inutile anche sottolineare che ogni cittadino è imputato, prima di essere condannato come colpevole. Inutile evidenziare, infine, che un paese può considerarsi civile solo quando assicura ai colpevoli (resi tali dalla condanna di un giudice, non da un articolo maldestro) una pena equa, non un giudizio sommario con ghigliottina a mezzo stampa.

Ogni avvocato, leggendo queste parole, si senta personalmente insultato dal qualunquismo di chi scrive.

Allo stesso tempo, però, ogni avvocato si fortifichi e raddoppi il proprio sforzo professionale, perché se ancora in Italia qualcuno si permette parole del genere, significa che lo stato di diritto non è un concetto assodato, ma un bene ancora da difendere e su cui noi per primi dobbiamo vigilare.

La Presidente avv. Patrizia Corona

Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati