Consiglio Nazionale Forense

Si trasmette la nota del CNF trasmessa al Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione in tema di pronunce di inammissibilità.


Inoltre, si trasmette la comunicazione relativa alla delibera adottata dal CNF in tema di “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza”


Di seguito la lettera di Mascherin all’Antitrust: “Equo compenso serve a garantire dignità lavoratori

Riguardo alle critiche espresse dall’Antitrust sull’introduzione dell’equo compenso per i professionisti, il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin ha inviato una lettera al presidente della stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella. Ecco il testo della nota, inoltrata proprio nel giorno in cui il governo pone la fiducia sul decreto fiscale collegato alla Manovra, all’interno del quale sono inserite le norme sull’equo compenso: “Nella scia di un confronto franco e leale, che ultimamente abbiamo voluto insieme inaugurare, mi corre l’obbligo di esprimere perplessità circa l’intervento della Autorità da Lei presieduta in tema di equo compenso. Non entro nel merito del richiamo operato dall’AGCM ai minimi tariffari, evidentemente errato, minimi tariffari peraltro più volte riconosciuti come legittimi dalle Corti europee, oltre che da quelle interne. Tengo invece a manifestare l’aspettativa, come cittadino, che l’Autorità garantisca un mercato equo e rispettoso della Costituzione – scrive il presidente del Cnf –, dunque anche della dignità dei lavoratori, nessuno escluso. Il ‘mercato’ non è più quello di 15 anni fa, è in atto un feroce impoverimento del ceto medio, favorito anche dallo strapotere finora riconosciuto ai soggetti economicamente e finanziariamente forti. La concorrenza al ribasso e senza regole (anche morali) è concorrenza malata – prosegue Mascherin –, che porta ad una Società malata, all’aumento della povertà, a guerre tra poveri e dunque al sacrificio di ogni forma di solidarietà. Ciò vale anche per le lavoratrici e i lavoratori autonomi, nessuno escluso, compresi commercianti, artigiani e piccoli imprenditori; ciò vale per i compensi indecorosi imposti dal committente in grado di farlo; ciò vale per forme di pubblicità ingannevoli e mortificanti, destinate innanzitutto a recare danno ai cittadini. La legge sull’equo compenso è finalmente un segnale di consapevolezza e responsabilità dato dalla politica agli autonomi, che devono anche loro provvedere ai bisogni della famiglia, dei figli, dei dipendenti, e che contribuiscono, anche loro, alle sorti economiche del nostro (di tutti) Paese. L’aspettativa come cittadino, dunque, è che l’Autorità garante del mercato sia l’autorità di tutti, e che il ‘salario’ non sia considerato come un costo per i soggetti dominanti, da abbattere con ogni mezzo. Di certo – conclude il presidente del Cnf –, se mi si passa il paradosso, la reintroduzione ‘dell’istituto’ della servitù della gleba favorirebbe il mercato, ma francamente non vorrei proprio fosse oggetto di proposta per la prossima legge sulla concorrenza”.